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"Vi ho letto parole forti, accese, vibranti, che non conoscono mai la pace o la sosta, e che sembrano, invece, spingersi di continuo nella direzione dell'abbandono e del precipizio, della fuga e dell'ansia; ma vi è pure una sorta di silenziosa gioia nell'affrontare l'intricata ragna di estremi anfratti e di angosciosi reticoli che pure affiora, misteriosa, dalla visione della sua poesia. Nei versi della silloge "Cortocircuito" ho rilevato la luminosa incandescenza di una giostra, ambigua e sorprendente, sempre mista di giubilo e di tormento, di voluttà e di inquietudine, di esultanza e di malinconia: una giostra ch'è scura e adamantina insieme, e che scuote, colpisce e inquieta, senza fermarsi mai, l'attenzione stupita del lettore." (Mario Fresa, scrittore, poeta e saggista)